La fortuna di avere un vicino idraulico

Il vicino idraulico

I piaceri di essere un idraulico…

Max e Anna vivono accanto a noi e da un po’ di tempo siamo diventati buoni amici. Spesso ci godiamo la compagnia gli uni degli altri condividendo una cena nel patio durante l’estate o una pentola di stufato, durante i mesi invernali.

La nostra amicizia era diventata molto piacevole.

Trovavo Anna abbastanza attraente. Sui quarant’anni, molto giovanile, inoltre credo le piaccia ostentare il suo bell’aspetto, con mio dispiacere e frustrazione.
Per rispetto della nostra amicizia, ho sempre tenuto per me i miei pensieri erotici, anche se a volte era difficile evitare sguardi di ammirazione, e il mio pensiero lussurioso.

Qualche settimana fa, Max mi disse che stavano avendo problemi con il lavandino della cucina, che gocciolava spesso e dato che io sono un idraulico di professione, mi sono offerto di dargli un’occhiata.

Era un venerdì mattina di fine estate, e Max era al lavoro.

Lo chiamai e lui mi disse che Anna era in casa e che mi avrebbe fatto entrare.

Bussai alla porta sul retro della casa di Max e Anna.
Anna non rispose, quindi girai la maniglia e trovai la porta aperta.
Mi annunciai entrando, chiamando Anna.
Siccome non rispondeva, decisi di entrare in casa.

Stavo per gridare il suo nome, quando la vidi sdraiata sul divano, vestita con un sexy negligé nero semitrasparènte, un computer portatile sulla pancia, una mano su una tetta e l’altra protesa verso il basso, nelle gambe aperte.

Sconvolto indietreggiai sapendo di aver visto troppo.
Un film porno sfarfallava sullo schermo del computer.
Improvvisamente Anna percepì o realizzò di avere compagnia, e gridò:
“Oh merda!” e chiuse in fretta il computer.
Mi vide e disse: “Mi hai spaventato a morte!”

Fu un momento imbarazzante, perché non aveva un posto dove nascondersi e io l’avevo colta in un momento di intimo piacere.
“Max mi ha chiesto di dare un’occhiata al lavandino” balbettai, fingendo di non aver visto nulla.

“Vado a prendere i miei attrezzi e torno”, dissi e uscii di corsa dalla cucina.

Ero titubante sul tornare indietro, ma decisi di farlo, dato che probabilmente non avrei mai più avuto la possibilità di vedere come sarebbero andate le cose.

Afferrai la mia cassetta degli attrezzi e tornai alla casa accanto.
Bussai alla porta e Anna mi chiese di entrare.
Era seduta al tavolo della sala da pranzo, in un angolo, a lato della cucina. Stava ancora sfoggiando il suo negligé vedo non vedo.

Entrai in cucina e mi scusai e le dissi che potevo tornare un’altra volta.
“Tranquillo vieni è tutto ok”, rispose Anna.
“Mi dispiace per prima…” disse mentre si alzava e andava verso la caffettiera.

Dannazione, quel piccolo culo sembrava chiedermi di toccarlo.
“Vorresti una tazza di caffè”, chiese con nonchalance.
Posai la cassetta degli attrezzi e scivolai dietro di lei, mentre versava l’acqua del lavandino nella caffettiera.

Mi posizionai dietro il suo corpo snello, premendomi contro di lei.
Misi le mani sulle sue. Mi avvicinai al suo orecchio mentre mi premevo Continua a leggere…