La lesbica accompagna a casa l’amica

la lesbica e la sua amica da sedurre

Pensava di essere lei a sedurla, ma l’amica la sorprese piacevolmente…..

Conoscevo Jenny da diversi anni, da quando era venuta a vivere qui in Italia dalla lontana nativa Australia e ci eravamo conosciute tramite un amico comune. Avevo spesso avuto fantasie su di lei, ma da quel poco che sapevo non credevo le piacessero le ragazze, almeno non in quel modo.

Le avevo fatto battutine occasionali, ovviamente, ma lei ci rideva su, non aveva mai abboccato.

Poi una sera, tutto cambiò.

Per farla breve, eravamo state a una festa in un pub nel centro.
A fine serata eravamo entrambe leggermente ubriache; ancora controllate, ma rilassate ed euforiche.
Mentre stavamo per lasciare il pub, Jenny mi mise un braccio attorno al mio e mi disse: “Vuoi condividere un taxi con me?”
“Posso scendere prima, e poi tu prosegui verso casa tua.”

Questo aveva un senso: entrambe vivevamo più o meno nella stessa zona di Roma, anche se io ero un po’ più lontano.
“Certo, perché no!” Feci un cenno con la mano al taxi che stava passando con la luce accesa, e salimmo entrambe sui sedili posteriori.
Spiegai all’autista dove volevamo andare e poi mi sistemai sul sedile mentre lui usciva dal traffico.

Con mia sorpresa, Jenny si sistemò accanto a me, più vicino del necessario. Potevo sentire il suo braccio caldo contro il mio, e d’istinto senza pensarci lo accarezzai con le dita. Jenny fece una piccola risatina, ma non mi chiese di smettere. Anzi, semmai si avvicinò di più a me. Se non fosse stato per l’alcool, probabilmente non sarei andata oltre, ma in qualche modo sentivo che non potevo farne a meno.

Lasciando il braccio, le posai una mano sulla gamba nuda e la strinsi delicatamente. Mi guardò: “Mmmm, Anna, cosa stai facendo?” Tolsi immediatamente la mano.
“Scusa, non intendevo …”
Con mia grande gioia, mi prese la mano e se la rimise sulla gamba; non dove la tenevo prima, ma leggermente più in alto. “No, non fermarti, mi piace. È bello.”

Stava per essere promettente. Le strinsi di nuovo delicatamente la gamba e lei sospirò. Incoraggiata, iniziai ad accarezzarle la gamba nuda, scivolando sulla sua coscia interna, mentre stavo iniziando ad eccitarmi.
La sua gamba era calda e leggermente umida, ricoperta da una leggera lucentezza di sudore. Con una risatina, si accoccolò a me e mi mise un braccio attorno alla vita, tirandomi verso di sé.

Misi l’altro braccio attorno alla sua spalla e lasciai le dita penzolare in modo provocante sul suo seno, accarezzandola semplicemente, abbastanza casualmente da poter affermare che era stato accidentale nel caso avesse cambiato idea.
Non credo che potesse essere il contrario; lo sguardo nei suoi occhi era di piacere, persino desiderio.

“Ci stai provando, Anna?” mormorò.

“Direi di si..” le sussurrai.
Mentre flirtavamo così, la mia mano scivolò sempre di più sotto il suo vestito. Continuai e il suo vestito iniziò a salire sulla sua coscia nuda fino a quando all’improvviso sentii il bordo delle sue mutandine.
“Oh, Anna”, sospirò Jenny.
Stuzzicandola, mossi le dita sulle sue mutandine.
Il tessuto sembrava pizzo; mi chiesi di che colore fossero; era emozionante sentirle senza essere in grado di vederle.

Premetti contro la parte anteriore e lei soffocò un gridolino, le mie dita scivolarono sul morbido tumulo pubico bello carnoso.
Spostai il bordo elasticizzato delle mutandine e sentii la morbida carne nuda, calda contro Continua a leggere…